Castelnuovo Berardenga

Un viaggio nel tempo tra le Crete senesi e il Chianti

Castelnuovo Berardenga si trova nell'area meridionale del Chianti Classico a meno di 20 km da Siena, con i confini delimitati dai fiumi Ombrone ed Arbia.

Il suo nome Berardenga deriva dal Conte Berardo, della popolazione dei Franchi, figlio del conte francese Wuinigi di Ranieri arrivato in Italia nella seconda metà del X secolo. Wuinigi di Ranieri divenne governatore di Siena ottenendo così il possesso delle tenute e dei castelli della zona: dalle sorgenti del torrente Bozzone a quelle dell’Ambra, dal Chianti alto al fiume Biena, sino alle Taverne d’Arbia. Fu uno dei suoi figli, Berardo, a ereditare questa fortuna e da qui il nome Berardenga.

Castelnuovo fu al centro di una lunga e contesa disputa tra Firenze e Siena per la sua posizione strategica ai confini del territorio senese. Teatro di conflitti, scorribande ed atroci battaglie, la più famosa quella di Monteaperti, ricordata da Dante con le famose parole: “lo scempio che fece l’Arbia colorata di rosso”.

Con la vittoria sull’esercito fiorentino nel 1260, la Repubblica Senese ottenne l’autonomia della città e decise di rafforzare questo suo avamposto innalzando le mura della parte più alta del colle. Successivamente vennero costruite sette torri, una delle quali è l’attuale torre civica, l’unica risparmiata dall’abbattimento di mura e torri alla fine del XVIII secolo e sulla quale venne collocato un orologio. Per distinguerlo dai castelli più antichi della zona, fu chiamato “nuovo”, ecco perché il nome Castelnuovo.

É rimasto sotto il controllo della Repubblica di Siena fino al 1555, quando la città fu sconfitta dal Gran Duca della famiglia de' Medici. Dell’originario sistema di difesa si può ancora vedere l'alta torre in Piazza Petrilli, trasformata in torre dell'orologio municipale nel 1755.

La demolizione delle mura fece posto all’elegante ed imponente Villa Chigi Saracini, con il suo giardino all'italiana e un parco ottocentesco di notevole importanza botanica. La villa fu commissionata dal Conte Guido Saracini, fondatore della famosa Accademia Musicale Chigiana a Siena.

Nel centro storico si trova l'impressionante Vicolo dell'Arco, con i suoi alti scalini di pietra e un arco decorato con bellissimi bassorilievi.

Non lontano si trovano la Chiesa di San Giusto e Clemente, costruita nel corso del XIX secolo al cui interno si può ammirare una Madonna con Bambino di un artista senese del periodo rinascimentale; e la Chiesa della Madonna del Patrocinioal cui interno è custodita una Madonna venerata in terracotta dipinta e smaltata del XIV secolo, recuperata tra le rovine del Castello dove oggi si erge il Vicolo dell'Arco.

Castelnuovo viene denominata Città Slow per l'atmosfera tranquilla e rilassante che si respira e per lo stile di vita genuinamente toscano.

E' stata denominata anche Città del Vino, titolo che accomuna molte delle principali località del Chianti che conservano, ancora, le tecniche originali di produzione e conservazione del vino.

 

A Castelnuovo Berardenga è possibile visitare il Museo del Paesaggio ospitato in un edificio della fine dell’Ottocento, un tempo utilizzato come mattatoio pubblico. Il percorso museale si prefigge l’obiettivo di far riflettere sulle trasformazioni del mondo, sul termine mutevole di “paesaggio” e, in generale, sul delicato al rapporto tra l’uomo e l’ambiente anche attraverso l'utilizzo di dispositivi mobili e multisensoriali.

L’allestimento, accessibile a diversi pubblici, propone una serie di applicativi multimediali interattivi derivati da oggetti d’uso quotidiano che illustrano e accompagnano il visitatore a scoprire da vicino gli aspetti economici e antropici del paesaggio, la storia dei paesaggi agrari e della Mezzadria, le lotte contadine, i mutamenti nelle modalità di coltivazione agricola, allevamento e alimentazione che hanno influito sulla conformazione del territorio e sugli stili di consumo.

Perché ti consiglio di visitare Castelnuovo Berardenga

accoglie una miriade di castelli e ville nascoste nei suoi angoli, costruite in epoche diverse

si tratta di un museo a cielo aperto

il panorama a tutto tondo che si può ammirare dalla Torre dell'Orologio è di una bellezza ineguagliabile

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